
Cresce il Club Nautico Paradiso. Grazie al progetto di rilancio messo in atto dal presidente Dario Rossi nel 2017, la società messinese dov’è “nato” Giovanni Calabrese – il più grande singolista nella storia del canottaggio italiano, bronzo in doppio Senior ai Giochi di Sydney 2000 – è tornata sulla scena con grandi ambizioni: vincere un titolo italiano, come ci aveva detto qualche tempo fa Emanuele Passalacqua, allenatore della società insieme all’altro tecnico, Iole Venuti. E non solo.

Emanuele, su che cosa state lavorando al Cn Paradiso?
“Siamo in contatto con strutture che si occupano di persone disabili e che possono darci la possibilità di creare un settore che integri e aiuti chi ha difficoltà psichiche e motorie”.
In società avete già atleti disabili?
“Sì, ci sono tre ragazzi con un ritardo psicomotorio. Si chiamano Riccardo, Emanuele e Maria Francesca e hanno 38, 25 e 21 anni: oltre al canottaggio fanno altre attività. Loro rientrano tra gli Special olympics (categoria che include solo persone con disabilità psichiche e che partecipano a un circuito di manifestazioni non competitive, al contrario dei pararowing, ndr).

Come sono arrivati in società?
“Tramite l’associazione I giovani del Pirandello di Messina, che prevede il canottaggio tra le attività da proporre a questi ragazzi. Sono venuti a provare e sono rimasti colpiti dal nostro sport, dall’ambiente e dall’integrazione che, da subito, si è creata”.
Qual è il rapporto tra loro e il resto della squadra?
“Si allenano con tutti gli altri ragazzi, il che consente la totale integrazione col gruppo. Si allenano tre volte alla settimana e ormai si è creato un rapporto di amicizia. Già, quando arrivano in società, sono molto contenti, cominciano a fare ginnastica callistenica e scherzano con gli altri. La cosa più bella che vedo è che anche i più piccoli trattano Riccardo, Emanuele e Maria Francesca come normodotati: sono compagni di squadra. Anche per questo i genitori si sono resi conto che i ragazzi vengono sempre con molto piacere”.

Pensi che farete fare loro le gare?
“Tutti e tre hanno uno spirito competitivo che dimostrano quando, tra noi, facciamo delle gare: loro cercano di primeggiare. Per me l’obiettivo è portarli a gareggiare e farli crescere anche come squadra Special olympics”.
Che tipo di allenamento fate?
“Facciamo tutto: allenamento a terra, con remoergometri e vasca voga e in acqua con una gig”.

Questo progetto con le persone disabili dimostra che il Cn Messina sta crescendo.
“Sì, la società è in continua ascesa: due anni fa siamo partiti in sei, ma oggi abbiamo 27 atleti di tutte le categorie. Facciamo dei turni: la squadra agonistica si allena tutti i giorni, mentre gli Allievi e i Cadetti quattro volte alla settimana. Ci alleniamo nello Stretto e riusciamo a seguire tutti col barchino. Ci riteniamo molto fortunati perché ci alleniamo nella “baia dei miracoli”, uno specchio d’acqua in cui si riesce a uscire in barca nell’80 per cento dei casi: non ci sono onde e siamo lontani da traghetti. E poi ci teniamo sempre a circa venti metri dalla costa”.
Il presidente Rossi ha deciso di fare sul serio, quindi.
“Da parte sua c’è un grande impegno per far crescere il gruppo: è molto presente. Continua a investire per la società”.
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